I Comites cominciano a fare sentire la loro voce. Non vogliono la riduzione del numero dei parlamentari esteri. Dal Cile arriva una presa di posizione senza equivoci: “Di fronte all’iniziativa che pretende di ridurre i parlamentari eletti all’estero proporzionalmente alla riduzione totale del numero di parlamentari il Comites del Cile è nettamente contrario”.
IL COMITES DEL CILE
Il presidente Claudio Curelli ha sottolineato che “gli elettori all’estero rappresentano più dell’otto percento degli elettori totali e che ciò nonostante, la rappresentanza parlamentare attuale è inferiore al 2 per cento. Gli italiani all’estero si trovano già sottorappresentati. Con un’ulteriore riduzione significherebbe l’annientamento dell’importante presenza dei parlamentari eletti all’estero. Gli eletti all’estero sono fondamentali – conclude la lettera – per rappresentare gli interessi di tutta un’altra Italia, fatta di quattro milioni di italiani all’estero, vera risorsa per l’Italia nel mondo globale. Questo è stato il senso della legge Tremaglia che dal 2006 ha ridato il diritto di voto per gli italiani all’estero”.
L’INTERCOMITES DI FRANCIA
L’Intercomites di Francia, attraverso il suo coordinatore Salvatore Tabone, presidente del Comites di Metz, si è rivolto al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e al suo segretario generale, Michele Schiavone, “affinché si facciano portavoce del “no” dei Comites ad una riforma costituzionale lesiva dei diritti dei connazionali all’estero”. Motiva inoltre la posizione dei Comites francesi con questo argomento: “Sono oramai oltre dieci anni che è ripreso l’esodo degli italiani verso l’estero. Le stime della nuova emigrazione indicano e calcolano per difetto almeno sei milioni di italiani, ai quali occorre dare una giusta rappresentanza ed evitare di ridurli a pura e semplice testimonianza”.
IL COMITES DI BRUXELLES-BRABANTE-FIANDRE
Il Comites di Bruxelles, Brabante e Fiandre, presieduto da Raffaele Napolitano, ha espresso la sua “forte preoccupazione per una riforma costituzionale che torna ora in seconda lettura in Senato mantenendo una misura, quella della riduzione dei parlamentari esteri, che non risponde alle esigenze degli italiani all’estero, la cui presenza è raddoppiata nel corso degli ultimi anni”. E, ai politici italiani, rivolge l’invito “a votare il provvedimento tenendo conto del fatto che il fenomeno della nuova emigrazione è in continua crescita, pertanto sarebbe auspicabile aumentare il numero dei rappresentanti italiani all’estero, invece che ridurlo”.