Mercoledì 27 novembre nella Sala Stampa della Camera dei deputati 13 dei 18 parlamentari eletti all’estero (Francesca Alderisi, Simone Billi, Nicola Carè, Raffaele Fantetti, Alessandro Fusacchia, Fucsia Fitzgerald Nissoli, Laura Garavini, Sandro Giacobbe, Fausto Longo, Francesca La Marca, Angela Schirò, Elisa Siragusa e Massimo Ungaro) hanno presentato la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione Parlamentare Bicamerale sull’emigrazione e la mobilità degli italiani nel mondo.
Il Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone, non potendo intervenire direttamente, ha fatto pervenire il suo intervento che è stato letto dal moderatore Gianni Lattanzio nel corso dell’introduzione dell’iniziativa.
“Gentili Onorevoli e Senatori,
ringrazio gli organizzatori di questa iniziativa per l’invito e per aver coinvolto, già dall’inizio di questa discussione, il Consiglio generale degli italiani all’estero rappresentato in questa sessione dal Professor Norberto Lombardi assieme ai Consiglieri Carlo Ciofi e Franco Dotolo.
Il Consiglio generale degli italiani all’estero plaude alla vostra iniziativa quotidiana con la quale si avvia un percorso, da noi condiviso, di revisione della rappresentanza istituzionale dei cittadini italiani residenti all’estero tendente ad analizzare i limiti e le potenzialità dell’esperienza maturata negli ultimi decenni, in seguito all’istituzione degli organismi intermedi Comites e Cgie, e a partire dal 2006 della presenza in Parlamento di 12 onorevoli e 6 Senatori.
Diversi dei presenti sono stati protagonisti di questa bella storia che, tuttavia, va aggiornata e proiettata in avanti con lo sguardo lungimirante, perché i cambiamenti epocali avvenuti in questo inizio di secolo oltre a mettere in discussione l’esistente, avvengono ad una velocità impensabile fino a qualche anno fa.
INDIVIDUARE NUOVI STRUMENTI DEMOCRATICI
Ferma resta, però, la nostra convinzione che i cittadini italiani all’estero, raddoppiati per consistenza numerica in questi ultimi 20 anni, sono titolari di diritti e doveri ovunque essi risiedano e che i principi che li legano al nostro Paese vanno garantiti, salvaguardati, tutelati e resi fruibili in qualsiasi contesto e momento nei quali il nostro Paese decide sia sul suo presente, sia quando promuove il proprio futuro.
Gli strumenti per affermare questi principi sono molteplici, vanno individuati attraverso i processi legislativi e applicati nella pratica quotidiana in maniera efficace e chiara, al fine di evitare quegli insormontabili dubbi, che per numerosi motivi spingono a mettere in discussione i diritti acquisiti, a relegare nell’oblio l’appartenenza al mondo degli italiani all’estero e/o ad immaginarli, come una sottospecie di cittadini con diritti differenziati da quelli riconosciuti ai loro connazionali residenti nel Bel Paese. Tale percezione e questi comportamenti non sono più ammissibili in uno stato di diritto.
RIPENSARE L’INSIEME DELLA RAPPRESENTANZA
L’istituzione di una Commissione Parlamentare Bicamerale permanente, composta dai parlamentari eletti all’estero e nelle circoscrizioni italiane, può assolvere al compito di valorizzazione e consolidamento delle migliori esperienze maturare all’estero per essere riportate e proiettate nel nostro Paese e nell’ambito dei paesi comunitari.
Se nel passato la Bicamerale è stata ostacolata per motivi ideologici, riteniamo che oggi quelle contraddizioni siano superate dal tempo e dalla storia.
Il Consiglio generale degli italiani all’estero vi esorta a immaginare e a ripensare l’architettura della rappresentanza nella quale venga affermato il ruolo imprescindibile degli organismi di base e dei corpi intermedi, che per il loro immenso valore vanno curati e seguiti convintamente sia nella loro azione, sia con adeguati sostegni finanziari.
La messa in discussione e la riduzione del numero dei parlamentari della circoscrizione estero è il risultato di una debolezza, di una mancanza di peso politico e dell’assenza di un agire unitario, che bisognerà recuperare per affrontare le future sfide: le prime in senso temporale passano attraverso il referendum sulla riduzione dei parlamentari e della legge elettorale promosso da 8 regioni.
IL CRESCENTE RUOLO DELLE REGIONI
Ci permettiamo di portare alla vostra attenzione il ruolo crescente assunto dalle Regioni negli ultimi decenni nella gestione delle materie di propria competenza nel nuovo Titolo V° della Costituzione e il rapporto con le loro Comunità all’estero.
Con la riforma del Titolo V° esse hanno assunto poteri che interessano direttamente anche i propri corregionali all’estero, che in questi ambiti esercitano un potere d’attrazione, e perciò, potrebbe essere speso anche con una presenza nel Consiglio regionale.
La presenza di un/a consigliere regionale eletto nella circoscrizione estero diverrebbe anche una figura qualificante nell’assemblea del Consiglio generale degli italiani all’estero.
Care e cari, prima di salutarvi vorrei ricordarvi quanto diceva Norberto Bobbio: “Si interrogano sul loro destino e non hanno capito la loro natura. Capiscano la loro natura e risolveranno il problema del loro destino”.
Abbiate il coraggio e la forza di pensare a chi ha riposto in tutti noi le speranze di una vita migliore e che, per diverse ragioni, l’ha cercata fuori dai confini italiani. A loro vanno indirizzati i nostri pensieri e dedicato il nostro impegno. A tutti voi l’auspicio del CGIE di trovare uno spirito unitario, forte per dare consistenza alle idee di cu siete portatrici e portatori”.
Michele Schiavone
Segretario Generale CGIE