La legge di modifica è stata approvata dal parlamento con una larghissima e trasversale maggioranza l’8 ottobre del 2019. Il numero dei parlamentari passerà alla Camera dei Deputati dagli attuali 630 a 400 e al Senato da 315 a 200 senatori.
Si tratta di una sensibile riduzione che allinea l’Italia agli altri paesi Europei. E’ stata un’iniziativa politica lunga e difficile nel trovare consenso che alla fine si è riflessa nella comune convinzione di ridurre da una parte i costi della politica e dall’altra rendere più agile il lavoro del potere legislativo.
NOI ALL’ESTERO CI DOBBIAMO PREPARARE
Noi all’estero ci dobbiamo preparare come in altre circostanze all’arrivo delle buste con il materiale del voto a partire da una ventina di giorni prima della data del 29 marzo. Dobbiamo mettere in avviso i portieri dei palazzi e dei condomini. E attenti ai campanelli: i postini privati avranno fretta per l’alto numero di consegne. Tempi ristretti quindi per muoversi sensibilizzando anche amici, parenti e conoscenti.
Come italiani all’estero vedremo la già esigua rappresentanza attuale (6 senatori e 12 deputati) ridotta anche di un terzo, quindi 4 e 8. Qui mi sia permessa usare questa espressione: siamo di fronte a una delle tante contraddizioni della politica se consideriamo che gli iscritti all’Aire aumentiamo di anno in anno.
Quindi con la riduzione ci potrebbe essere una minore amplificazione in Parlamento specialmente quando si reclama un rapporto di maggiore integrazione e collaborazione che si voleva stimolare quando con la creazione della Circoscrizione Estero venne esteso l’esercizio del voto nelle modalità attuali anche a tutti gli italiani residenti nel mondo.
UNA PARTECIPAZIONE ATTIVA
Cosa fare? Come regolarsi dall’estero in questa circostanza? Va da se che la nostra partecipazione deve essere attiva con l’emissione del voto. Dobbiamo dimostrare che ci siamo e guardiamo con interesse a tutte le vicende del nostro paese.
Le comunità italiane sono un’estensione della Patria e della dinamica della sua storia oltre i limiti geografici. Diversamente il diritto di voto di 5 milioni di concittadini non avrebbe senso e nemmeno si giustificherebbe l’alto costo.
La contraddizione in questo caso della riduzione aritmetica anche per l’estero non deve generare una contrapposizione ma essere capace di riportare sul piano civico il riconoscimento e il valore delle nostre comunità che, come ha espresso il Presidente Mattarella alla cerimonia motu proprio con la consegna (17 febbraio) delle onorecicenze a coloro che si sono distinti come italiani nel segno della Solidarietà, questa non è altruismo ma è parte di una comunità.
Non vogliamo essere negativi, ma dobbiamo esigere dalla politica italiana di allargare lo sguardo sui nostri ambienti e lasciare da parte tanta “tautologia” che nasce proprio quando non si è agili nell’innovazione dei meccanismi con i quali si alimentano questi rapporti.
La solidarietà è il principio che deve reggere questi rapporti tra lo stato italiano e le comunità all’estero. Sarà giunto il momento di darsi una nuova regolata rivedendo l’insieme delle forme di rappresentanza tra cui i Comites e il CGIE, mettendo alla base giustamente la Solidarietà come paradigma di riferimento e di comportamento?
Aniello Gargiulo
Consigliere Cgie (Cile)