“Auspichiamo – sostiene Manfredi Nulli, con base a Londra e membro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) e primo firmatario della lettera – che il governo britannico tenga in massima considerazione le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e implementi il prima possibile le misure prese dagli altri governi europei, dolorose ma necessarie, al fine di arginare il Coronavirus”.
“Supporto al 100% per questa lettera, il governo britannico deve mettere in atto misure forti per contrastare la diffusione di questo virus” dice Luca Cassetta, ricercatore a Edinburgo e presidente di AIRIcerca, network di ricercatori italiani nel mondo.
Federica Formato, docente all’università di Brighton, sottolinea l’importanza che “siano garantiti diritti anche in termini di retribuzione e regime fiscale ai tanti che non hanno un lavoro fisso, moltissimi nel Regno Unito dove il mercato del lavoro è molto deregolato”.
Luigi Billè, anch’egli membro del Consiglio Generale degli Italiani all’estero, aggiunge: “mi domando se lo stallo di Johnson sia dovuto alla preoccupazione di non sacrificare la sua politica pro-Brexit”.
Infine, Antonio Zappulla, che vive a Londra ed è amministratore di Thomson Reuters Foundation, sottolinea come “molti cittadini europei che vivono qui siano sorpresi e preoccupati dalla mancanza di iniziativa del governo britannico per contenere il virus”.
Segue testo della lettera e nomi dei firmatari:
“Gentile Primo Ministro,
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia di Covid-19 una pandemia. I confini nazionali non hanno alcun effetto intrinseco sui suoi progressi.
È chiaro che il numero di persone infette da Covid-19 nel Regno Unito sta crescendo rapidamente. È anche chiaro che test più estesi di quelli attualmente in corso mostrerebbero che il numero di infezioni da Covid-19 è significativamente superiore alla stima ufficiale. Come membri della comunità italiana nel Regno Unito, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per il fatto che le attuali misure adottate nel Regno Unito per contenere Covid-19 sembrano essere meno che adeguate a queste difficili circostanze.
Tutte le organizzazioni di sanitarie raccomandano l’isolamento sociale come unico modo per contenere la diffusione di Covid-19 fino a quando non sarà dimostrato e disponibile un vaccino efficace. Inoltre, un livello adeguato di isolamento sociale rallenterà, con ogni probabilità, la diffusione di Covid-19 nella misura e ciò sará utile al sanitario nazionale. Molti paesi europei hanno annunciato misure più forti per contenere la diffusione di Covid-19. L’Irlanda ha deciso di chiudere le scuole e la Francia è pronta a fare lo stesso nell’immediato futuro. Nel Regno Unito sembra essere business as usual. La limitazione della libera circolazione delle persone attraverso misure imposte dallo stato come quelle disposte dal governo italiano sarà sempre controversa. Tuttavia, è significativo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia elogiato le azioni dell’Italia in questo senso come la cosa giusta da fare. Misure simili sono state istituite anche in altri paesi. Tali misure drastiche avranno, evidentemente e infelicemente, ripercussioni importanti e negative su ciascun paese e sull’economia globale. Tuttavia, è molto probabile che salveranno molte vite umane, il che sembra il problema più importante da considerare nell’attuale crisi sanitaria. Speriamo che questa comunicazione sia utile”.
Cordiali saluti
Manfredi Nulli, London; Federica Formato, Brighton; Luigi Bille’, London; Luca Cassetta, Edinburgh; Antonella Sciortino, London; Fernanda Miucci, London; Raffaele Catalano, London; Antonella Maizza, London; Antonio Zappulla, London; Adriano De Marco, Edinburgh; Carlo Pirozzi, Edinburgh; Anna Li Volsi, London; Tiziana Troina, Bedford; Sarah Micciche’, London; Fabrizio Martino, Hitchin, Giuseppe Chiappetta, London; Sandro Sarti, Glasgow; Tina Crolla, Glasgow; Alessia Tranchese, Portsmouth; Gianino D’Angelo, Keighley; Luigi Fumarola, London; Francesca Tallia, London; Mariangela Frisardi, London; Emanuele Bernardini, Keighley; Laura Leuzzi, Glasgow; Marta Gambarini, London; Andrea Patti, London; Salvatore Noviello, London; Antonio Ottavio Fadda, London, Giuseppe Pastore, London; Antonio Juliano, London; Franco Volpe, Keighley; Silvana Poloni, York; Ciro Giona, Bradford; Fernando Specchia, Bingley, Marco Mizzardo, Ebdenbridge; Assunta Guarino, Leeds; Giancarlo Moretti, Skipton; Cristina Gardini, Shiplay; Maria Rao, Leeds; Maria Viani, Bradford; Antonio Cicorella, London; Nicola Colle, London; Serena Alboni, London, Vittorio Tantucci, Lancaste; Shiraz Sacoor, Londra; Francesca Dragoni, London, Paolo Griffa, Glasgow; Matteo Dilmani, London; Chiara Cipollari, Glasgow, Gianna Vazzana, London; Paola Tumulo, Kingston Upon Thames; Annalisa Neri, London; Kirolos Ghally, London; Serena Alboni, London; Annalisa Carciogna, London; Fulvio Giustiniani, London; Rosa Sannia, London; Alfonso Senatore, London; Caterina Cannas, London; Maria Lusia dell’Orto, London; Antonella Manganelli, London; Alessandra Pinna, London; Marianna Segato, London, Francesca Sassi, London; Silvia Eccel, London; Davide Bargna, Edinburgh; Arianna Maiorani, Loughborough; Emilio Fazzi, Glasgow; Claudia Canova, London; Monica Lobefaro, London; Sabrina Caracappa, London; Corinna Francavilla, London; Domenico Moro, Birmingham; Giusy Palazzolo, London, Gloria Conti, Falkirk; Francesca Tallia, London; Lorenzo Amisano, London, Alessio Tauro, London; Maurizio Volante, London; Giulio Alfano, London, Domenico Pillitteri, Woking; Pietro Molle, Watford; Martina Sorghi, London, Stefano Pallara, London; Samuele Bacci, London; Marco D’Angelo, Huntingdon, Francesco Famularo, London; Sergio Spada, London; Stella Bonfanti, London, Tiziana Bortot, Staines; Saverio Maria De Giovanni, London; Carmelina Kirkland, Keighley; Giuseppe Maltese, London; Cristina Solomoni, London; Pietro De Paoli, London; Laura Silicani, London; Gabriele Pecchio, London; Ilenia Duro, London, Caterina Parrotta, London; Simona Rapizza, London; Cinzia Molendini, London, Gian Piero Santin, Brighton; Simona Patroniti, London; Laura Leonardi, London.