AUSTRALIA
La situazione cambia rapidamente. Il 23 marzo (ora australiana) il numero confermato dei contagiati aveva raggiunto 1.709 casi un aumento di 313 in 24 ore. Complessivamente finora, 7 sono deceduti, e 143.000 i tamponi effettuati. La dispersione territoriale dei casi è:
Regione | Casi confermati |
Australian Capital Territory | 32 |
New South Wales | 704 |
Northern Territory | 4 |
Queensland | 319 |
South Australia | 134 |
Tasmania | 21 |
Victoria | 355 |
Western Australia | 140 |
Totale** | 1,709 |
** compresi 11 casi rimpatriati dalla nave di crociera Diamond Princess
dei quali uno è successivamente deceduto.
Da pochi giorni è attivo il divieto di entrata nel paese a non-cittadini o non stabilmente residenti. Cittadini e residenti permanente di ritorno nel Paesi sono obbligati di auto mettersi in isolamento nella propria dimora per 1 giorni. In atto anche il divieto di aggregazione di oltre 500 persone all’aperto e di oltre 100 all’interno (successivamente ridotto a 10 o meno secondo la capacità dello spazio in misura media di 4m2 a persona). Gli stati del Western Australia, South Australia, e il Northern Territory hanno annunciato il divieto di entrata nel proprio territorio di non residenti.
Iniziata il 23 marzo alle 12:00 la chiusura di locali di ristoro, bar, clubs, palestre e diversi altri locali di aggregazione sociale. Si anticipa eventuale chiusura di negozi e servizi non essenziali. Inoltre lo stato del Victoria e l’Australian Capital Territory hanno chiuso le scuole, mentre lo stato New South Wales ha concesso la facoltà ai genitori di precludere ai figli la frequenza nelle scuole di obbligo. Alcune università hanno volontariamente smesso lezioni in persona trasferendoli online.
Tantissimi i turisti italiani e giovani con visto vacanze/lavoro o studio/lavoro bloccati in Australia incapaci di rientrare in Italia per mancanza di voli. Conferenza telematica CGIE/COMITES programmata mercoledì 25 marzo per approfondire sullo stato della situazione e valutare come meglio sostenere chi si trovasse in stato di necessità.
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NUOVA ZELANDA Da qualche giorno c’è il divieto di entrata nel Paese a non residenti, mentre i residenti in arrivo devono mettersi in isolamento volontario per 14 giorni. I casi di contagio registrati finora sono 66, quasi tutti riconducibili a persone contagiate in arrivo dall’estero, ma 2, per la prima volta, sembrano essere stati contagi di secondo grado avvenuti in loco. Ieri il primo ministro Jacinda Ardern ha diramato in diretta TV un comunicato, in cui ha informato di aver stabilito un sistema di allerta a 4 livelli, da 1 (minimo) a 4 (massimo).
Al momento la NZ è al secondo livello (“community transmission growing”), con restrizioni dei viaggi domestici non necessari, e raccomandazione alle persone sopra i 70 anni di eta` di stare il piu` possibile a casa. Le università sono chiuse, con lezioni in via telematica. Anche le classi Dante a Auckland si svolgeranno in questo modo. Le scuole sono aperte, salvo chiusure ad hoc di qualche giorno, per effettuare tamponature in casi dubbi. Il livello 3 potrebbe scattare o per regioni o a livello nazionale, temporaneamente o stabilmente, a seconda dello sviluppo della situazione, che viene monitorata di continuo, e aggiornata di conseguenza. Il Governo chiede la collaborazione della popolazione come passo indispensabile per contenere la diffusione del contagio.