Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ricorda la tragedia di Mattmark, un villaggio situato nelle alpi svizzere del cantone vallese, dove il 30 agosto del 1965 persero la vita 88 lavoratori, tra questi 56 italiani.
Sono trascorsi cinquantacinque anni da quel dramma, che si consumò ai piedi del ghiacciaio Allalin, dal quale si staccò un enorme blocco di materiale composto di neve, ghiaccio e rocce per scendere a valle e terminare la sua caduta sul cantiere dove alloggiavano e lavorano diverse centinaia di operai: donne e uomini.
Era quello il periodo delle costruzioni di grandi opere pubbliche. La diga di Mattmark sarebbe stata la più grande costruzione di un bacino per produrre energia elettrica e fornire corrente a numerosi comuni svizzeri. Quindi avrebbe contribuito a generare ricchezza, sviluppo, progresso e civilizzazione.
Quelle opere sono il lascito di una generazione di uomini e donne che sapevano di contribuire al futuro e allo sviluppo sociale ed economico di interi territori, società e famiglie. La gratitudine non verrà meno, neanche a distanza di anni, verso coloro che con grandi sacrifici hanno creato le condizioni per modernizzare e rendere meno duri i tempi della vita.
I nostri emigranti sono stati pionieri di numerose storie straordinarie, memorabili e di successo che, in particolare a Mattmark come a Marcinelle e altrove nel mondo, purtroppo hanno dato un tributo in termini di vite umane.
Nella commemorazione del 55esimo anniversario della tragedia di Mattmark a loro e alle loro famiglie, ai figli dei nostri connazionali emigrati, è rivolto il nostro pensiero e la nostra gratitudine.
Michele Schiavone
Segretario Generale Cgie