A differenza della tempistica elettorale prevista per il voto referendario sulla riduzione del numero dei parlamentari, all’estero dove erano chiamati al voto 4’616’000 elettori, la consultazione si è chiusa martedì 15 settembre alle ore 16.00, due giorni prima rispetto alle procedure previste normalmente per il voto nella circoscrizione estero.
Questa decisione era stata assunta dal Parlamento con la conversione in legge del decreto semplificazioni. Il materiale elettorale sarà trasportato dalle varie ambasciate e consolati in Italia e depositato presso l’Hangar di Castelnuovo di Porto, dove sarà scrutinato in contemporanea con le operazioni previste per i seggi aperti nei vari comuni italiani.
Che dire sulle procedure e sulla partecipazione al voto delle elettrici e degli elettori nella circoscrizione estero?
All’ansia di conoscere il risultato complessivo e i numeri disaggregati dei partecipanti, dei plichi non consegnati, di quelli non sostituiti e dei limiti dell’attuale sistema, che necessitano di una profonda analisi e un’adeguata riforma procedurale, si aggiunge la profonda amarezza della mancata informazione sul contenuto e sulla portata della modifica costituzionale.
LA MANCANZA DI INFORMAZIONE
E’ ingiustificabile, grave sotto gli aspetti etici, morali e civici, quant’anche sul risultato elettorale, aver trascurato di informare i cittadini sui contenuti del referendum costituzionale, perché ciò è diseducativo e contraddice tutti i valori di un Paese democratico.
Una vera discussione, al di là delle posizioni in campo, avrebbe aiutato gli italiani all’estero a interessarsi alla carta costituzionale, li avrebbe familiarizzati e avvicinati alle nostre istituzioni rinverdendo o facendogli scoprire i diritti e i doveri di cittadinanza. Perciò, si chiede di conoscere l’entità delle risorse finanziarie investite per l’informazione referendaria, quale comunicazione sia stata prodotta, nonché la somma complessiva messa a disposizione e come sono stati spesi questi soldi.
IL LAVORO DI COMITES, CGIE E ASSOCIAZIONI
Di fronte a queste incongruenze il Consiglio Generale degli Italiani all’estero oltre a sollecitare, ovviamente, il Ministero degli Affari Esteri e quello dell’Interno, ha sensibilizzato l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGICOM) e la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi di vigilanza a tutela degli elettori iscritti all’AIRE e i temporanei all’estero chiedendo di far applicare la deliberazione dell’Autorità n° 322/20 CONS e il provvedimento 22 luglio 2020 della Commissione.
Encomiabili sono state le iniziative di alcuni Comites, dei Consiglieri del CGIE, delle associazioni italiane e dei Comitati di volontari del SI e del NO, che si sono adoperati per favorire e permettere la partecipazione. A loro va il ringraziamento da parte di tutto il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero perché ancora una volta hanno confermato il loro insostituibile ruolo di supplenza alle carenze organizzative, che emergono e si riproducono in ogni appuntamento elettorale. Nella circoscrizione estero il motore della macchina elettorale va revisionato prima che si blocchi definitivamente.
LA FASE NUOVA DI RIFORME
Con il risultato referendario si aprirà una nuova fase di riforme anche per la rappresentanza delle comunità italiane all’estero nel tessuto istituzionale e politico, che ci auguriamo possa rafforzare il ruolo della rappresentanza per renderla più determinante sulle future scelte di indirizzo e di controllo delle politiche rivolte agli italiani all’estero.
E’ giunto il tempo di affrontare e risolvere definitivamente queste difficoltà per riportare nel discorso pubblico una realtà che fino ad oggi, purtroppo, è stata marginalizzata se non proprio ignorata dalla politica nazionale.
Michele Schiavone
Segretario Generale Cgie