Negli ultimi decenni più di centomila persone l’anno hanno lasciato l’Italia. Giovani, meno giovani tante famiglie hanno deciso di proseguire il proprio progetto di vita lontano da questo paese. Si continua a partire oggi come ieri, da sempre.
“Storie in movimento”, il nuovo programma di Alessandra Rossi e Toni Ricciardi realizzato con il contributo del CGIE Ministero Esteri, in onda da lunedì 6 settembre, dal lunedì al venerdì, alle 12.55 Rai3, racconta in dieci puntate, attraverso interviste e racconti, l’intreccio tra la nuova mobilità e coloro che sono partiti in passato.
Chi sono, dove sono andati, per quale ragione? E ancora, come hanno affrontato questa esperienza di movimento, ieri e soprattutto oggi?
Lunedì 6 settembre si parla della mobilità per amore, da sempre una delle motivazioni più forti e strutturate della lunga traiettoria migratoria italiana, ieri come oggi.
In questa puntata i luoghi e le storie delle persone si intrecciano. Campania-Zurigo, ovvero il Sannio e l’Irpinia, diventano luoghi della partenza e dell’arrivo.
Martedì 7 settembre obiettivo sulla Spagna, divenuta negli ultimi anni una meta molto attrattiva della mobilità italiana. Tuttavia, questo movimento si sviluppa progressivamente al processo di democratizzazione del post-franchismo. La vittoria del Mundial del ’82, il progetto Erasmus poi, fino alla crisi economica del 2008, porterà nel paese iberico decine di migliaia di italiane e italiani.
Mercoledì 8 settembre si parla di Marcinelle, la tragedia per antonomasia dell’emigrazione italiana. Minatori ieri, stagisti oggi, rappresentano il filo conduttore di un movimento di persone dall’Italia al Belgio, dall’immediato secondo dopoguerra fino ai giorni nostri.
Giovedì 9 settembre in primo piano il 1989 con il crollo del muro di Berlino che trasforma la città della divisione in un luogo di forte attrazione per i giovani dell’epoca come per quelli di oggi. La musica sarà uno degli elementi più attrattivi della nuova grande capitale europea.
Venerdì 10 settembre la puntata è dedicata ai nuovi italiani. Figli della seconda generazione di immigrati che faticano a farsi riconoscere come cittadini italiani. Nati e cresciuti in questo paese parlando il dialetto locale meglio dei loro compagni di scuola e non essendo mai stati nel paese di origine dei propri genitori, pur sentendosi italiani a pieno titolo, vivono in una condizione indefinita.
(Ufficio Stampa Rai)