Finalmente, lunedì 11 luglio 2022 è stato riaperto il Consolato italiano a Manchester. Una buona notizia per tutta la comunità italiana residente in Gran Bretagna e soprattutto un credito simbolico alle rappresentanze territoriali del Com.It.Es. di Manchester e del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) nel Regno Unito, che non hanno mai perso la speranza di vedere realizzata le loro rivendicazioni, esercitando dal 2015 in poi una continua pressione sul Parlamento e sul MAECI, per far riaprire la sede consolare di Manchester.
Nel 2014 con il governo protempore retto dal Partito Democratico, era il periodo della “spending review”, fu emesso il decreto (ndr Bonino-Mogherini) che decideva la chiusura di ben 44 sedi diplomatico-consolari in tutto il mondo, tra le quali lo sportello consolare di Manchester. Il provvedimento non riteneva necessario il mantenimento di un avamposto consolare in quell’area a sud dell’Inghilterra, così i servizi furono trasferiti al solo Consolato Generale di Londra creando di fatto una unica circoscrizione consolare tanto grande quanto il Nord e Centro Italia messi assieme.
Questa decisione creò seri problemi alla nostra comunità, particolarmente a quella periferica distante dalla sede del Consolato Generale di Londra; difficoltà che assunsero una dimensione biblica nel 2016 con l’entrata in vigore delle norme scaturite dalla Brexit. A seguito delle tante richieste da parte della comunità italiana locale il Presidente del Com.It.Es. di Manchester invitò i consiglieri CGIE nel Regno Unito a riportare quelle istanze al governo e al MAECI, chiedendo la riapertura della sede consolare.
L’istanza fu portata avanti dai consiglieri del CGIE del Regno Unito considerati anche i ritardi nell’erogazione dei servizi consolari, che col tempo avevano raggiunto proporzioni esponenziali sia presso la sede consolare di Londra, sia in quella di Edimburgo. Con il passare del tempo le condizioni nel Regno Unito continuavano a peggiorare e in sede assembleare il CGIE approvò diversi ordini del giorno, redisse vari documenti prontamente consegnati al parlamento, al Governo e al MAECI. Malgrado l’attenzione prestata alle mozioni presentate dal CGIE e le visite “di cortesia” degli esponenti di governo con delega per gli italiani nel Mondo, Sottosegretario Onorevole Enzo Amendola, sia a Londra che a Manchester, si perse l’occasione di emettere un decreto Brexit per allineare la nostra politica nazionale a quelle proposte dagli altri paesi dell’Unione Europea nel fronteggiare l’accordo di recesso del Regno Unito dall’UE, e contestualmente si perse anche l’occasione di ricucire il buco diplomatico-consolare riparatore delle problematiche conseguenti alla chiusura dello sportello consolare di Manchester rappresentate dall’allora sottosegretario Enzo Amendola.
In seguito alle elezioni del 2018, nel marzo del 2019, il Governo giallo-verde ha approvato il Decreto Legge “Brexit” numero 22 del 25 Marzo 2019, il quale all’art. 16 recante “misure urgenti per la tutela dei cittadini Italiani” prevedeva lo stanziamento di fondi per l’acquisto, la ristrutturazione, il restauro, la manutenzione straordinaria o la costruzione di immobili adibiti o da adibire a sedi di uffici consolari nel Regno Unito e per l’impiego di più personale per fronteggiare l’emergenza nell’erogazione dei servizi consolari.
Questo decreto è stato accolto dal CGIE con grande soddisfazione, i due Consiglieri del Regno Unito invitarono il sottosegretario pro tempore Ricardo Merlo a visitare la circoscrizione e definire i dettagli sull’utilizzo dei fondi previsti nel decreto. Il sottosegretario Ricardo Merlo venne in visita istituzionale in Inghilterra per ben due volte accompagnato dal Direttore Generale DGIT Luigi Vignali. In queste occasioni ci fu un’accelerazione e un avanzamento della pratica, essi confermarono la volontà del governo italiano e della Farnesina di riaprire la sede di Manchester, di stanziare fondi per la sede del Consolato Generale di Edimburgo e per potenziare il Consolato Generale di Londra con circa 50 unità di personale per tamponare ed azzerare i ritardi nell’erogazione dei servizi.
Mi sono sentito in dovere di aggiornare il processo di revisione della riapertura del Consolato di Manchester, seguita direttamente dallo scrivente assieme al collega Manfredi Nulli, ricordando i passaggi successivi al declassamento del Consolato di Manchester a sportello, decretato nel 2010 dall’allora Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini, fino all’auspicata riapertura di questi giorni; l’acquisto della nuova sede del Consolato Generale di Edimburgo e l’aggiustamento delle risorse umane e l’ampliamento della struttura del Consolato Generale di Londra, oramai più assestata e corrispondente alle necessità degli utenti di questa metropoli.
Come in tutte le vicende umane i successi vengono inseguiti e rivendicati da tutti, mentre le sconfitte sono figlie attribuibili ad altri. Ciò è successo anche per il riallineamento dei servizi consolari nel Regno Unito, dove c’è ancora molto da fare e da costruire per rispondere ai cambiamenti del nostro tempo. Alcuni parlamentari e qualche modesto addetto ai lavori si sono affrettati a mettersi le medaglie al bavero della giacca millantano crediti nell’associare l’apertura del Consolato di Manchester all’opera del governo e del sottosegretario di appartenenza politica, strumentalizzando la verità per manifesti interessi elettorali dimenticando: l’utilità e il senso che questa riapertura produce al beneficio dell’intera comunità Italiana residente nel Regno Unito, che non dovrà più spostarsi per percorrere spesso centinaia di chilometri e per essere puntuale agli appuntamenti consolari. Ringrazio il CGIE per aver sostenuto queste istanze e chi si è adoperato per realizzarle.
Luigi Billè
Consigliere CGIE del Regno Unito