GD – Roma, 27 set 23 – La necessità di equiparare i diritti fiscali tra i cittadini italiani residenti in patria e quelli all’estero è stata sostenuta da Michele Schiavone, segretario generale del CGI Consiglio Generale Italiani all’Estero, nel corso di una audizione dinnanzi Commissione Finanze della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti «Modifiche all’articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e all’articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, in materia di equiparazione del regime fiscale nell’applicazione dell’imposta municipale propria e dell’imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero.
“Sono felice che sia emersa questa necessità di equiparare i diritti soprattutto quelli fiscali tra i cittadini italiani che vivono all’estero e i connazionali nel territorio. Non ci sarebbe ragione per diversificare l’aspetto fiscale proprio perché i cittadini italiani che vivono all’estero nel giro di 48 ore possono ritornare e, se hanno una proprietà immobiliare, sono agevolato nel ritorno nel Paese”, ha detto.
Ed ha aggiunto: “una considerazione di questa natura rimetterebbe il senso della cittadinanza reale al centro dei diritti di ogni cittadino italiano”. Secondo Schiavone c’è l’esigenza di “dare concretezza a questi quattro progetti di legge proprio perché da quando com’è stata questa diversificazione tra cittadini residenti e italiani all’estero, si è aperta una discussione sulla discriminazione di chi può avere delle esenzioni e quei cittadini che hanno ricevuto in eredità gli immobili dai genitori e sono costretti a pagare le tasse, rinunciando alla proprietà e, talvolta, alla cittadinanza”.
Fonte: Giornale Diplomatico