La Commissione continentale Europa e Africa del Nord: sfide per una effettiva cittadinanza europea

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La tenuta delle elezioni europee e la situazione critica degli enti gestori, sempre con lo sguardo rivolto allo stato dei servizi consolari, sono stati i temi al centro dell’attenzione della Commissione continentale Europa e Africa del Nord accanto al rinnovato impegno a rilanciare il progetto de L’Europa in movimento, centrale per le numerose sfide legate alla mobilità e a una effettiva cittadinanza europea, nonché all’esigenza di rappresentare le collettività italiane in Africa del Nord, che da due Consiliature non ha potuto esprimere suoi esponenti in seno al CGIE.

Nel corso della riunione svoltasi a margine dell’Assemblea plenaria dello scorso giugno, la Commissione ha tracciato un bilancio dell’attività svolta nel primo anno, durante il quale è stata presieduta da Maria Chiara Prodi, poi eletta Segretaria generale, e definito le direttrici per il resto della Consiliatura. Dal 18 giugno 2024 la Commissione è guidata dal nuovo vicesegretario generale Giuseppe Stabile.

Riguardo le elezioni europee, diversi Consiglieri hanno sottolineato gli sforzi intrapresi dai Parlamentari eletti all’estero, in particolare per garantire continuità di partecipazione ai connazionali residenti nel Regno Unito a seguito della Brexit, oggetto anche dell’analisi di un apposito gruppo di lavoro.

Il dibattito intorno alla partecipazione alla vita politica rispetto allo status di cittadino comunitario ha portato la Commissione a esprimersi unanimemente in merito all’opportunità di mettere in discussione il principio che permette di scegliere se votare per i candidati del Paese d’origine o di residenza. Promuovere il voto per i candidati italiani rafforza la visione dei connazionali emigrati come parte integrante della comunità civile italiana, ma si sottolinea che votare per i soli candidati locali razionalizzerebbe i costi e minimizzerebbe i rischi, oltre a rappresentare un segno concreto di integrazione. Le liste transnazionali potrebbero infine porsi come risposta al bisogno di rappresentanza della mobilità contemporanea. L’analisi della recente tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo ha posto in evidenza una serie di criticità relative al voto per i candidati italiani: innanzitutto la scadenza per esprimere l’opzione troppo anticipata rispetto alla data delle consultazioni e peraltro non omogenea tra i vari Stati membri, aspetto che ha inciso negativamente sulla partecipazione; la difficoltà di raggiungere i seggi nelle circoscrizioni molto estese; la carenza di informazione politica, le inefficienze rispetto alle modalità di invio dei cedolini e la mancanza di controlli sull’espressione del voto da parte dei cittadini con doppia nazionalità. La Commissione ritiene fondamentale un confronto degli albi dei cittadini in mobilità a livello europeo, nonché uno studio comparativo sui costi, sull’efficienza e sulle criticità delle diverse modalità di voto, allo scopo di uniformarne il meccanismo.

Si è poi sottolineata l’importanza che il CGIE sia messo nelle condizioni di riunire le Commissioni d’area sul territorio per favorire la comunicazione delle attività svolte e far comprendere alle collettività italiane all’estero il suo fondamentale ruolo. Allo scopo, diversi Consiglieri hanno evidenziato l’opportunità di patrocinare eventi locali con il coinvolgimento anche dei Com.It.Es.

In merito alla promozione della lingua italiana all’estero, è stata evidenziata la situazione di sofferenza degli enti gestori a causa dei tagli ai contributi (-45% delle risorse in Germania), stigmatizzando l’assenza di tale importante tematica dalla Relazione di Governo presentata al Comitato di Presidenza nel maggio scorso. La Commissione ritiene necessaria un’analisi che tenga conto delle specificità territoriali in merito all’offerta dei corsi, utile per valutare l’accesso effettivo al diritto all’insegnamento della lingua ai figli degli emigranti; chiede inoltre, a fronte della nuova ripartizione dei finanziamenti, che vengano forniti i dati relativi agli enti gestori che hanno richiesto un contributo e a quanti invece vi hanno rinunciato. Contesta poi l’approccio “a progetto” per l’attribuzione dei fondi, che non corrisponde alle necessità di programmazione del percorso di studi e segnala i numerosi casi di responsabili degli enti costretti a esporsi a titolo personale con le banche per garantire gli stipendi ai docenti, attesa l’attuale calendarizzazione del contributo.

La Commissione sottolinea come trascurare i sempre più numerosi figli degli emigranti costituisca una scelta miope poiché mantenere vivo il loro legame con l’Italia rappresenta un investimento per il futuro del Paese.

Evidenzia infine l’opportunità di approfittare dell’insediamento del nuovo Parlamento e della Commissione UE per rappresentare in tali sedi le istanze della Commissione continentale.

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